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dal sito www.piazzaminerva.it - articolo su Il Piccione


E' andato in scena presso la sede della compagnia "In scena veritas" di Rotta di Travacò lo spettacolo comico "Il piccione", di e con Francesco Mastrandrea, per la regia di Loredana Scaramella. Per oltre un'ora e mezza Mastrandrea tiene, da solo e con una scenografia minimalista, la platea. La platea, di contro, non riesce a reggere il passo: la gente ride, si dimena, fischia e cade dalle sedie. E' un successone: gli applausi di chi non ha avuto un infarto dal troppo ridere (pochi) salutano alla fine l'attore che quasi fatica a tornare dietro le quinte. La storia raccontata - si ha l'impressione - è quasi un pretesto per inserire, in una successione mitragliante, una serie di personaggi così improbabili, comici, assurdi e divertenti da essere per forza realistici: dalla vicina di casa pettegola che si lamenta degli extracomunitari al "maestro" di teatro fin troppo gonfio di se stesso fino all'immancabile imitazione di papa Ratzinger (ah, no, era suor Svarzenegger...)E gli basta un attimo: cambia sguardo, voce, camminata, cadenza e movenze. Mastrandrea dà una grande prova d'attore senza cercare però elogi, quasi provando a passare in sordina: gli importa far ridere, non ricevere applausi.Lo raggiungiamo dopo lo spettacolo, per fare i dovuti complimenti e piazzare qualche domanda:

D: Ciao Francesco, cosa mi dici riguardo allo spettacolo? R: Questo è uno spettacolo "rodato", che nasce 10 anni fa a Roma per esorcizzare una mia disavventura d'amore - la stessa a cui accenno nel testo. Ha un carattere molto autobiografico, e la maggior parte dei personaggi prendono ispirazione da persone realmente incontrate, e molto meno romanzate di quanto si possa pensare.

D: Il testo però non è esattamente quello originale. R: Ovviamente no: l'ho aggiornato negli anni e continuo a farlo, mano a mano che mi vengono nuove idee. Pensa che l'ultima aggiunta - il personaggio della dietologa, che prende il coniglio e "lo parla" - l'ho inserita oggi pomeriggio, poco prima di andare in scena.

D: Cosa cerchi, quando sali sul palco? R: Sicuramente il contatto con il pubblico. Mi piace inventare, improvvisare, rispondere a chi mi urla qualcosa dalla platea. Nello spettacolo ironizzo molto sugli attori "seri", quelli che si credono molto importanti solo perchè stanno sul palco: a me piace ridere e far ridere, e raccontare storie di tutti i giorni


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