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Cuori di terra alla Sala Teatro di Cava Manara- sabato 17 aprile

Cari amici vi aspettiamo per un importante appuntamento

Sabato 17 aprile, ore 21
presso
la Sala Teatro di Cava Manara
Via Vittorio Emanuele II - Cava Manara

con

CUORI DI TERRA
Memoria per i sette fratelli Cervi
Teatro dell'Orsa di Reggio Emilia

Premio Nazionale Ustica per il Teatro di impegno civile e sociale 2003
Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica – Associazione Scenario

progetto, ideazione e drammaturgia: Bernardino Bonzani, Monica Morini.
ricerca e composizione musicale: Davide Bizzarri.
attori: Bernardino Bonzani, Monica Morini
Qui la rassegna stampa


“Qui da questo filare comincia la terra dei sette fratelli. Questa piana sono state le braccia dei sette fratelli a lavorarla, questi canali, questa vigna, ogni cosa qua intorno, l’hanno fatta i sette fratelli; e questa è la loro fattoria, quella è la stalla, la famosa stalla razionale, orgoglio dei sette fratelli, e le bestie famose per il latte e per il peso, e là sono gli alveari di Ferdinando, il quarto dei sette, l’apicoltore; ed ecco l’ala della casa che fu incendiata quella notte, ecco le finestre da cui i fratelli risposero al fuoco dei fascisti, ecco il muro contro il quale furono messi in fila a mani alzate dopo che Gelindo aveva salutato le donne e detto che resistere non si poteva più e che conveniva arrendersi per poi cercare di scappare, e Aldo aveva detto che stessero tutti tranquilli, che avrebbe preso lui la responsabilità di tutto e così anche se lo fucilavano restavano sei di loro a far andare avanti la campagna; la storia dei sette Cervi si è svolta tutta qui, in questa fattoria , su questa terra.” (Italo Calvino)


In un’aia di una corte contadina, sotto una barchessa o in una stalla, si potrebbe raccontare questa storia, il sacrificio di una famiglia reggiana unita come le dita di una mano. Così emblematica per il suo esito tragico, quella dei Cervi, rappresenta la storia di molte famiglie emiliane, di un popolo che matura una consapevolezza politica e sociale orientata verso i principi di solidarietà e di umanità, in un cammino di emancipazione che inizia sul finire del 1800 e si manifesta con l’antifascismo e la Resistenza. Ma quello che rende più singolare la vicenda dei Cervi è la grande vitalità che si intravede; il coraggio, la capacità di iniziativa, l’intelligenza, l’arguzia, il clima di allegria con cui la famiglia visse dal principio alla fine la sua tragedia.

Siamo partiti dall’oralità del racconto, come se di bocca in bocca, si facesse “filos” sulla paglia, sotto le volte della stalla. Abbiamo incontrato una grande ricchezza di situazioni, tante figure parevano venirci incontro e trasmettere una speciale energia epica. A dar linfa al racconto, le parole dei libri di Alcide e Margherita Cervi, la visione delle lettere, dei documenti e degli oggetti del Museo, gli scritti di letterati e politici. Il lavoro, però ha preso cuore e vigore grazie alle testimonianze dirette e ai racconti, come quelli di Maria Cervi, figlia di Antenore. Il punto di vista dei narratori in scena è rispettivamente quello maschile e quello femminile, come se di volta in volta a parlare fossero gli uomini, papà Alcide e i suoi figli, o le donne della famiglia, la mamma Genoveffa e le nuore, sempre presenti, a volte più silenziose, ma pronte al sacrificio e alla continuità della vita, senza perdere il senso delle cose, dei sentimenti e forse anche della storia.

La ricerca sulla parola si intreccia a quella musicale, da cui riceve forza e sentimento. Le note che accompagnano lo spettacolo sono ispirate ai fatti raccontati, attingono alle suggestioni provenienti dalla musica contemporanea e, indietro nel tempo, alla tradizione dei Violini di Santa Vittoria. Fin dal 1700 infatti, nella bassa pianura reggiana, alcuni lavoratori stagionali si dedicarono, durante i tempi morti del lavoro nei campi, alla musica da ballo, creando uno stile originale grazie al miscuglio di tradizioni che in questa zona si incontravano: dalla musica austriaca, a quella magiara ed ebraica. Musica di festa, vitalità, movimento, come nell’imbandigione di pastasciutta che la famiglia offre a tutto il paese per festeggiare il crollo del regime, all’indomani del 25 luglio 1943.

A un uomo che domanda come si possa prevenire la guerra, Virginia Woolf, nel libro Le tre ghinee, risponde: “Occorre narrare biografie”. Quasi a suggerire che, nell’imminenza di una guerra e perciò di migliaia di morti, l’antidoto migliore è quello di raccontare delle storie di vita, dell’unicità insostituibile di quelle vite, patrimoni che possono essere perduti per sempre. Nel nostro percorso di ricerca, mentre ancora raccogliamo i fili di questa storia, ci sentiamo di dire, con Maria Cervi, che ciò che più ci manca oggi, sono loro: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. Vederli spuntare dietro ai salici, dai campi, tutti e sette con le falci sulle spalle, pronti a srotolare il loro miracolo di umanità.



PRENOTAZIONE CONSIGLIATA!
Ingresso intero Euro 10.00, ridotto di legge Euro 8.00


PER INFO E PRENOTAZIONI: 339.5373945

Piccoli Argini va in piazza! CIP&CIOP domenica 11 aprile, ore 16.00

Cari amici approfittando della bella stagione l'ultimo appuntamento con Piccoli Argini si trasferisce in piazza!


Domenica 11 aprile, ore 16.00

presso la Piazza della Chiesa

di Travacò Siccomario


(in caso di cattivo tempo lo spettacolo verrà messo in secna presso Spazio Polifunzionale Capannone ex Bellaviti di Travacò Siccomario)

In Scena Veritas
, in collaborazione con il Comune di Travacò Siccomario

torna ad ospitare il Teatro Viaggiante

con l'esuberante allegria di

Cip & Ciop

spettacolo di clownerie e giocoleria.

Il monociclo, la giraffa (monociclo alto 1,9 mt.), il passing con 6 e 7 clave, i diabolos, le 5 palline, i cerchi, le torce infuocate, la sfera d’equilibrio e recentemente anche la scala di equilibrio si accompagnano ad un lavoro costante sulla comicità (clownerie) sia mimica sia di parola.


La giocoleria e la comicità convergono così nel definire lo spazio teatrale in cui si muovono e interagiscono i due personaggi: il clown bianco e l’augusto, riuscendo a divertire proprio tutti: dai più piccoli ai più grandi!

I due clown-giocolieri non amano usare trucchi, e così, a viso scoperto, riescono ad affrontare i più svariati tipi di pubblico: dalla strada al teatro al palcoscenico televisivo (si sono esibiti per quattro puntate in prima serata su RAI 1 in Tutti gli zeri del mondo, con Renato Zero).



Dopo il debutto avvenuto a Lugano (Svizzera) il duo Cip&Ciop si è esibito, senza sosta, nei più importanti festival italiani: Mercanzia (Certaldo, dal ‘97 al ‘99), Ferrara Busker’s (dal ‘97 al ‘99), Saint Vincent (‘98), Oristano (Sardegna), Chioggia (Venezia), Viterbo, San Remo, Pennabili (Pesaro), Arezzo, Torino, Cortina d’Ampezzo, Rimini, Chieti, Francavilla al Mare (Abruzzo), Trento, Marsala, Palermo, Gela, Montelepre (Sicilia), Pedabena (Belluno), Taranto, Alba...e ora anche a TRAVACò SICCOMARIO!!!

VI ASPETTIAMO NUMEROSI COME SEMPRE!


Biglietto Euro 5.00 (bambini al di sotto dei 3 anni gratuito) -Euro 8.00 adulti