Il prossimo appuntamento con la Rassegna Argini Teatro Festival- un palcoscenico tra due fiumi prosegue l'8 marzo, alle ore 21.00 con
PUGNI CHIUSI
con Bruno Cerutti e i Senzapazienza
qui un piccolo estratto
A trent'anni dagli avvenimenti che segnarono una generazione, un ritratto del movimento del'77 viste dall'occhio di un gruppo di ragazzi della provincia lombarda.
Il senso delle giovinezze confuse e tempestose di quei giorni, la sfrontatezza il destino, le astrazioni, la follia, la genialità, la miseria, la disperazione di una generazione che solo sbrigativamente, solo sommariamente, e stata chiamata quella del ' 77 bolognese per poi essere soffocata dal "silenzio del piombo".
Bologna, Roma, Londra, l'affermarsi del punk, gli indiani metropolitani, il parco Lambro e l'infelice, ma entusiasmante, cavalcata del Torino alla rincorsa del suo secondo scudetto degli anni '70.
"Pugni chiusi"
Raccontare il 1977 non era cosa semplice - racconta Bruno Cerutti - Avevo 20 anni, era l'anno della maturità e in Italia stava succedendo di tutto.
Non credo sarebbe stato giusto e appassionante farne esclusivamente un resoconto storico o un'indagine sociologica. Ho pensato che la cosa migliore fosse ricostruire un'epoca vedendola dai margini, dove per margini intendo sia il luogo da cui parte l'azione, un piccolo paesino di provincia lontano dalle tensioni delle grandi città, sia i personaggi che danno il tono alla storia, e cioè un gruppo di giovani studenti delle medie superiori che si trovano immersi in "questo enorme e colorato allarme avanzante" ( le manifestazioni, la voglia di cambiare la loro condizione, la voglia di divertirsi, di amare , la musica e lo sberleffo, la violenza e la leggerezza) .
Ogni tanto compare uno squarcio delle drammatiche e affascinanti giornate di Bologna e di Roma di quell'anno, dentro ad un clima perennemente eccitato, dove ogni giorno c'è una scoperta, dove ogni momento non vissuto era un momento perso che non si sarebbe mai più riusciti a riconquistare. E dentro a questo "assoluto avventuroso" c'è spazio anche per l'epocale ma infelice cavalcata del Torino alla ricerca del suo secondo scudetto consecutivo (impresa che sarà destinata a diventare leggendaria pur nel suo fallimento: "il Torino si era arrampicato fino a 50 punti – su sessanta – la Giuve ne aveva fatti 51) e c'è spazio per la musica, molta musica, fragorosa ma anche seducente che fa da colonna sonora al racconto. Uno spettacolo che non vuole essere nostalgico (magari solo un poco, su) ma che cerca, attraverso un piccolo ritratto generazionale, di far riflettere sul tempo che passa, sul confronto tra generazioni, su quello che si è perso e quello che in cambio ci è stato dato."
VI CONSIGLIAMO LA PRENOTAZIONE : 339 5373945 - info@inscenaveritas.com
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