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sabato 24 novembre, ore 21.00 - FUORIGIOCO

Il prossimo appuntamento con Argini Teatro Festival - un palcoscenico tra due fiumi II edizione,
è per sabato 24 novembre, ore 21.00 - prenotazione consigliata al 339.5373945
con

"FUORIGIOCO, l'anima del quartiere
"




di e con Michele Clementelli

C'è un allenatore, in un quartiere di periferia che insegue il sogno di compiere la grande impresa sportiva: uscire dall'umiliazione dell'ultimo posto in classifica occupato dalla sua squadra, la Murialdina Football Club:
"…pensavo di fare il miracolo di Zeman, quando allenava il Foggia e il Lecce, e dava lezioni di gioco anche alle grandi…"
Tutto il quartiere accompagna le sue imprese, chiedendogli conto delle sue sconfitte sempre più umilianti, anche i ragazzi cominciano ad abbandonarlo e la sua vita sentimentale subisce una minaccia di espulsione.
"…all'allenamento si erano presentate solo cinque persone…
…mi sentivo smarrito e angosciato come il bomber che smarrisce la via del gol…"
Ma l'importante è vincere e vincere con la Murialdina non è cosa facile, soprattutto quando si è soli a crederlo.
Se un giocatore sgarra, si smarrisce, si stona, lui lo va a cercare, ovunque: alle giostre, al bar, al parchetto, al cinema porno, fino in fondo, fino all'anima del quartiere, perché la partita si gioca anche fuori dal campo.fuorigioco.



L'importanza che sta assumendo il calcio per l'aggregazione giovanile non ha precedenti.
Molti ragazzi fanno parte di squadre di calcio più o meno importanti, e il loro grande sogno è diventare campioni.
Un aspetto significativo che emerge dunque dal mondo giovanile e dello sport, è il ruolo fondamentale ricoperto dall'allenatore.
Fuorigioco è un monologo sul calcio, ispirato da una storia reale, che racconta l'esperienza sportiva di un allenatore, in un quartiere di periferia, che insegue il sogno di compiere la grande impresa sportiva, uscire dall'umiliazione dell'ultimo posto in classifica occupato dalla sua squadra:la Murialdina Football Club.
Tutto il quartiere accompagna le imprese del mister, chiedendogli conto delle sue sconfitte sempre più umilianti; anche i ragazzi cominciano ad abbandonarlo e la sua vita sentimentale subisce una minaccia di espulsione.
Vincere o perdere, dopo la partita il mondo torna uguale ed anche le classifiche qualche mese dopo torneranno ad azzerarsi: i campioni saranno chiamati alla conferma e i vinti alla rivincita. Il Mister di questo ne è convinto, ma i ragazzi lo capiscono sempre?
Lo spettacolo racconta i giovani calciatori, della loro provenienza, delle loro famiglie.
Descrive il quartiere fatiscente, che rappresenta tutte le periferie del mondo, del gruppo di adolescenti che diventa un pericolo, del loro linguaggio incomprensibile, che è di chi si sente escluso, di quando arrivano gli autoscontri in piazzetta.
E poi ci sono i gol, quelli che fanno sognare, quelli che ogni volta che viene vissuto diventa sempre più bello, perché il tempo lo trasforma in leggenda.
Il fare parte di una squadra diventa così una vicenda epica, che ha bisogno di essere raccontata, perché ha bisogno di essere vissuta nuovamente.
L'esperienza non finisce lì, ma va avanti anche dopo, con la voglia di riparlarne e di trasmetterla, ed ogni personaggio diventa così un piccolo eroe.


INGRESSO: euro 10.00 - ridotto euro 7.00
(tessera annuale obbligatoria)

PRESSO: Spazio ISV - via Einaudi, 23
fraz. Rotta di Travacò Siccomario (PV)

2 commenti:

Fibo ha detto...

Nice Blog :)

In Scena Veritas ha detto...

Dal sito www.piazzaminerva.it

Fuorigioco - Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia...

Scritto da Marco Ragni

C'è un calcio che non è solo calcio: ci stavo già pensando in questi giorni, leggendo il libro di Darwin Pastorin, Tempi supplementari. Passando tra quelle pagine si capisce che spesso lo sport più amato dagli italiani non è che un pretesto per costruire similitudini e parlare d'altro.
Preziosa casualità che queste riflessioni indotte abbiano fatto da preambolo allo spettacolo FUORIGIOCO – L'Anima del Quartiere, andato in scena sabato nell'ambito della rassegna Argini.

Mi piacciono i monologhi perché hanno qualcosa che altre espressioni del teatro non sanno richiamare. Ho da sempre un profondo affetto per la nobile Arte del raccontare e amo vedere un attore nel ruolo di cantastorie. Con le parole si può fare molto, quando si sa come usarle. La mimica fa il resto. Quello che manca ce lo mette forse la Magia, ma alla fine il quadro esce completo. Ed è un bel quadro quello che vedo sul palco di In Scena Veritas, semplice è schietto come solo una storia di piccole speranze indomabili potrebbe essere.
Si racconta di un quartiere periferico e di un'umile squadra di calcio come ce ne sono tante. La Murialdina – lo narra il bravo Michele Clementelli – è da mezzo secolo l'orgoglio del quartiere, un passaggio pressoché obbligato per tutti i ragazzi della zona, che cercano sul campo da calcio quelle emozioni speciali troppo sfuggenti nella vita quotidiana. Ma la compagine calcistica naviga – o sarebbe forse meglio dire “naufraga” - in pessime acque: nonostante l'impegno i risultati non vengono e si scivola impietosamente sul fondo della classifica.
Mentre il team rischia di andare in pezzi a causa dell'ammutinamento di molti giocatori, solo l'allenatore - interpretato da un Clementelli scatenato e camaleontico - non perde le speranze e cerca di instillare nei giovani sportivi il significato più sano del calcio che, a quei livelli, è da intendersi soprattutto come strumento di aggregazione e riscatto.
L'attore/autore intreccia un arazzo urbano dalla struttura affascinante. Sbucano dal nulla personaggi d'ogni genere: Luchino, bulletto ribelle, Lucky, attaccante snob in odore di Inter, il sanguigno presidente del comitato di quartiere...perfino Zeman...dall'alto dell'olimpo calcistico, nume tutelare invocato dal povero allenatore Michele.
In un ora di spettacolo la Murialdina segna pochi gol ma sono tante le emozioni che vanno in rete una dopo l'altra. Alla fine è una doccia di applausi quella che scroscia sui giocatori invisibili e su tutto il quartiere immaginato. Ancora una volta il pallone ha dato spettacolo senza chieder nulla ai suoi pretenziosi fuoriclasse della domenica.